«L’anno scorso feci una mostra a Parigi, in cui dalla pittura astratta ero passata ad una pittura con dei simboli molto precisi, e poi, pian piano sono venute fuori delle immagini.»
Ecco apparire i cuori, i volti, le casette, le stelle, le lune, soggetti che si ripetono senza soluzione di continuità; segni apparentemente universali, ma che in verità rispondono ad una personale esigenza dell’artista, quella di indagare, raccontare e riattraversare il proprio vissuto.
Vi è una costante nostalgia sognante accompagnata da una visionarietà fiabesca, il rimando ad una dimensione intima del vissuto che si intreccia a quella onirica; frammenti autobiografici che parlano dell’artista o meglio di una donna che si esprime attraverso la propria arte e crea un mondo fatto di colori, sogni e ricordi; di gioie ma anche di dolori.
Attraverso un’arte spensierata, in apparenza quasi infantile, Giosetta Fioroni si ritaglia un proprio spazio; uno spazio che mi piacerebbe chiamare: lo spazio della memoria.
Gemma Gulisano