Sante Monachesi

Sante Monachesi nasce a Macerata nel 1910, dove frequenta la Scuola d’Arte Professionale.
Nel 1936 frequenta il corso di Scenografia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

Il volume di Boccioni Pittura e scultura futurista ispira alla sua produzione artistica degli anni Trenta;  con le strutture “spiralitiche” e “diagonali” in pittura e scultura, nasce la sua personalissima extra plastica futurista.
Nel 1932 fonda con Bruno Tano e altri il “Gruppo Futurista Umberto Boccioni. Movimento futurista delle Marche”. È l’inizio di un intenso ritmo dispositivo che vede Monachesi partecipare alle principali manifestazioni del terzo decennio: nel 1936 partecipa alla Esposizione Universale di Parigi; nel 1938 espone alla XXI Biennale di Venezia e alla Esposizione della Art Department della Columbia University di New York. Nel 1939 espone alla III Quadriennale di Roma, con una la presentazione di F. T. Marinetti.

Dopo l’esperienza futurista proietta la sua ricerca nella elaborazione di una poetica figurativa attraverso larghi piani cromatici e sintetiche filature che caratterizzano la sua pittura degli anni Quaranta  e Cinquanta. Sono di questo periodo per i pittorici più noti di Monachesi, ispirati anche al suo soggiorno a Parigi nel dopoguerra: quali i “Muri ciechi”, le “Parigi” i “Fiori” e le “Clownesses”.
Monachesi, sempre interessato alla ricerca, disponibile a nuove avventure estetiche e ispirato dai nuovi materiali plastici realizzata, negli anni Sessanta, la scultura in gomma piuma e in polimetilmetacrilato. In sintonia con queste nuove scoperte su una materia sull’energia, attraverso, anche, la conquista dello spazio e lo sconvolgimento della gravitazionalità, onda nel 1964 il movimento antigravitazionale e stile in un manifesto “Agrà”. Un movimento in cui l’utopia diventa credibile espressione estetica e si concretizza nella levità delle forme con le opere “Evelpiuma”. Quest’esperienza documentata dalla mostra Legare e sciogliere. L’Evelpiumae l’Universo Agrà di Monachesi, 1979, Parigi, Cappella della Sorbona. Negli ultimi anni, sempre attivo e pieno di curiosità per il futuro, continua la sua ricerca di scultore e pittore nella definizione di nuovi orizzonti per l’arte.

La sua lunga carriera artistica è testimoniata dai importanti e approfonditi i contributi critici sulla sua opera e da numerose mostre in Italia e all’estero.
Muore a Roma nel 1991.