Dopo i primi studi a Comiso, frequenta con ottimi risultati la Scuola d’Arte: a otto anni ama disegnare, a sedici anni vince una borsa di studio che lo porta ad Urbino al Regio Istituto d’Arte del Libro.
Nel 1936, terminati gli studi, Salvatore Fiume si trasferisce a Milano per mettere a frutto le conoscenze delle tecniche di stampa acquisite ad Urbino e per dipingere.
Dopo una prima mostra tenuta nel 1946 sotto falso nome, finalmente Salvatore Fiume espone, nel 1949 alla Galleria Borromini, originalissime opere con la sua firma: le sue “Isole di Statue” e “Città di Statue” che suscitano molto interesse della critica.
L’anno dopo, la Biennale di Venezia, lo invita ad esporre il trittico “Isola di Statue” (ora nei Musei Vaticani) e la rivista americana “Life” gli dedica la copertina.
Le opere della maturità di Salvatore Fiume sono caratterizzate da colori forti, rappresentanti temi fantastici, atmosfere magiche e metafisiche, odalische e scene esotiche.
Nel 1953, Salvatore Fiume è ormai un artista quotatissimo, le riviste Life e Time gli commissionano, per le loro sale di riunione di New York, una serie di opere raffiguranti una storia immaginaria di Manhattan e della Baia di New York, che Fiume reinventa come Isole di Statue.
Negli anni Sessanta Salvatore Fiume continua a produrre nuovi lavori e ad esporre in molte città in una mostra itinerante composta da cento quadri.
Nel 1973, accompagnato dall’amico fotografo Walter Mori, Fiume soggiorna in Etiopia, nella Valle di Babile, dove dipinge con vernici marine un gruppo di rocce.
Negli anni ’80 e ’90 tiene grandi mostre a Roma, Montecarlo, Milano conquistando grande popolarità.
Nel 1993 fa un viaggio in Polinesia sulle tracce di Gauguin e, in omaggio al grande maestro francese, dona un suo dipinto al Museo Gauguin di Tahiti.
Durante la sua vita, Fiume si dedicò anche ad altre forme d’arte come il teatro, la letteratura e la poesia; pubblicò altri tre romanzi, numerosi racconti, nove commedie, una tragedia e due raccolte di poesie. Il suo ultimo libro “Pagine Libere”, del 1994, è una raccolta di osservazioni personalissime sulla vita e sull’arte.