Pippo Oriani

Torino, 25 giugno 1909 – Roma, 1 dicembre 1972

Pippo Oriani apparteneva ad una famiglia di importanti costruttori torinesi e logicamente l’artista frequenterà l’Università di Architettura. Nel 1927, è un habitué del famoso “Caffé Nazionale” dove conosce degli artisti forieri dei suoi primi contatti con i futuristi e i membri del “Gruppo dei sei”.

L’arte di Pippo Oriani è associata alla seconda generazione del Futurismo italiano. 

Nel 1929 è invitato a Parigi all’esposizione dei pittori futuristi italiani e nel 1931 all’esposizione futurista di “aeropittura” e di scenografia alla Galleria Pesaro di Milano.

Pippo Oriani si schiererà definitivamente col movimento futurista, pur essendo anche influenzato dal cubismo. Ispirata dal cubismo e dal futurismo, la sua pittura evolve mantenendo comunque la sua autonomia e la sua originalità creativa. La sua arte vuole esprimere uno slancio verso la dimensione spirituale dell’esistenza.

L’amicizia con Prampolini gli aprirà le porte della scenografia e del cinema d’avanguardia; nel 1930-31 con gli scrittori Tina Cordero e Guido Martina realizza il film futurista “Velocità” che conoscerà una diffusione internazionale. Parallelamente Oriani prosegue le sue ricerche in architettura, come pittore decoratore di interni e designer.

L’artista si sente fondamentalmente impegnato in un progetto di volgarizzazione dell’arte d’avanguardia che egli trasmette attraverso la promozione di una rivoluzione del gusto in particolare nei luoghi della vita quotidiana.

L’attività di Oriani ha spaziato largamente nel giornalismo e nella critica d’arte; è stato notoriamente redattore capo della rivista “Città Nuova” diretta da Fillia e ha scritto numerosi articoli (« La Città Futurista », « Style Italiens Futuristes », etc).

Numerose sue opere fanno parte delle collezioni di prestigiosi musei e gallerie di arte moderna nel mondo (Torino, Milano, Roma, Rotterdam, Filadelfia, Atene, Francoforte, Zurigo, Basilea, Tokyo, Barcellona, Madrid, Rio de Janeiro, Sydney e Melbourne).