Pietro Gilardi

Torino, 3 agosto 1942 – Torino, 5 marzo 2023

Piero Gilardi, nato a Torino il 3 agosto 1942 e scomparso il 5 marzo 2023, è stato un artista tra i più visionari e radicali del panorama contemporaneo. Cresciuto in un ambiente creativo – la madre era la pittrice Cecilia Lavelli – si avvicinò fin da giovane al mondo dell’arte. Il suo debutto avvenne nel 1963 con la mostra “Macchine per il futuro”, che già mostrava una sensibilità verso le questioni della tecnica, del corpo e dell’immaginario collettivo.

Il punto di svolta arrivò nel 1965 con la creazione dei famosi “Tappeti‑Natura”, opere realizzate in poliuretano espanso che riproducevano con iperrealismo scorci di paesaggio naturale: prati, sentieri, orti, corsi d’acqua. Queste opere erano pensate per essere vissute, toccate, attraversate: Gilardi intendeva così rimettere in discussione il confine tra arte e vita quotidiana, tra oggetto e esperienza, ma anche restituire un senso di meraviglia nei confronti della natura in un’epoca in cui la società dei consumi cominciava a minacciarla.

Negli anni successivi Gilardi fu protagonista dell’ambiente dell’Arte Povera e partecipò a esposizioni fondamentali come “Op Losse Schroeven” ad Amsterdam e “When Attitudes Become Form” a Berna. Tuttavia, alla fine degli anni Sessanta fece una scelta in controtendenza: sospese la produzione artistica per dedicarsi all’impegno politico e sociale. Si avvicinò alla Nuova Sinistra italiana e svolse attività culturali e creative in contesti marginali, in Italia e all’estero, tra cui in Nicaragua, nelle riserve native americane e in alcuni paesi africani.

Nel corso degli anni Ottanta Gilardi tornò alla pratica artistica, ma con un linguaggio rinnovato. Si avvicinò ai nuovi media, all’arte digitale e all’interattività. Creò installazioni che prevedevano il coinvolgimento attivo dello spettatore, trasformando il pubblico da osservatore passivo a partecipe dell’opera. In questo periodo fondò, insieme a Claude Faure e Piotr Kowalski, l’associazione Ars Technica, che promosse in Italia numerosi progetti sull’arte tecnologica. Parallelamente concepì il progetto IXIANA, un parco tecnologico dedicato alla sperimentazione artistica delle nuove tecnologie, presentato a Parigi nel 1985.

Un’altra tappa fondamentale nella sua carriera fu la creazione del PAV – Parco Arte Vivente, inaugurato a Torino nel 2008. Il PAV rappresenta la sintesi della sua visione: un museo all’aperto, immerso nella natura, dove arte, ecologia, scienza e partecipazione sociale si intrecciano. Questo spazio ha accolto installazioni di bioarte, laboratori collettivi e mostre internazionali, diventando un punto di riferimento per l’arte ecologica e relazionale.

Negli ultimi anni Gilardi ha ricevuto importanti riconoscimenti, con mostre personali in Italia e all’estero, tra cui al Castello di Rivoli, al MAXXI di Roma, al PAV di Torino e al Magazzino Italian Art di New York. Ha anche pubblicato diversi saggi teorici, come Dall’arte alla vita, Not for Sale e La mia biopolitica, in cui ha riflettuto sul ruolo dell’artista nella società contemporanea.

La sua opera, attraversata da una coerenza profonda, ha saputo anticipare e interpretare temi oggi centrali: la crisi ambientale, la partecipazione collettiva, il rapporto tra tecnologia e umanità. Gilardi ha lasciato un’eredità artistica e intellettuale che continua a ispirare, dimostrando che l’arte può essere non solo bellezza, ma anche strumento di cambiamento, coscienza e comunità.