Giovanni Stradone

Nola, 10 novembre 1911 – Roma, 6 febbraio 1981

Fin dalla infanzia vive ed opera a Roma dimostrando sin da piccolo una grande versatilità e passione per il disegno e più avanti per la pittura, frequentando da adolescente fino al 1927 la casa e lo studio del pittore Ferruccio Ferrazzi  dove il padre lo aveva condotto notando l’attitudine del giovane per le attività artistiche.

Il  primo quadro risale al 1929 e s’intitola “Gli amici di Marcello”, seguito nel 1930 da “Marcello in paglietta” e “il Giardino di Marcello”.

Negli anni ‘30 il suo gusto pittorico si orienta verso la così detta “Scuola romana” ma il suo linguaggio espressionista sulle orme di Scipione e Mafai più avanti negli anni ’40, a detta di Venturoli, Virgilio Guzzi, Ercole Maselli e Antonello Trombadori, acquisterà caratteristiche nuove ed originali nel trattamento della materia cromatica.

Nel 1950 Stradone invia alla Biennale di Venezia un quadro di grande dimensioni intitolato “L’apoteosi di Bartali” esposto  per la prima volta alla Galleria Gioisi di Roma nel 1948. L’opera suscitò grande scalpore per il contenuto raffigurato perché considerato irriguardoso anche se la Biennale nella richiesta del suo immediato ritiro dalla mostra la motivò scrivendo che bisognava inviare opere mai esposte in precedenza.

Nel 1950 contemporaneamente all’abbandono dell’esperienza geometrica, viene pubblicata la sua prima Monografia da De Luca con la prefazione di Giuseppe Dessì e Claudio Claudi. Da questo momento in poi numerosissime si succedono le mostre a cui Stradone partecipa con notevoli opere che sarebbe lungo enumerare tutte in questa sede per cui ci si soffermerà solo su quelle più interessanti. Nel 1954 ad esempio presenta alla Biennale di Venezia numerose opere quali “l’Idillio” del 1950, “Colosseo e ciclista” del ’51, “Mattino sull’Appia” del ’53, “Foro romano e Chiesa di SS Luca e Martina” 1954.

Il “Premio Latina” nel 1960 e quello alla “IV Biennale dell’incisione italiana contemporanea” a Venezia nel  ‘61 e la sua presenza alla retrospettiva dedicata alla ”Scuola romana dal 1930 al 1945”, e l’VIII Quadriennale oltre alla sua partecipazione alla “Mostra del Rinnovamento dell’arte in Italia dal 1939 al 1943” attestano il rinnovato interesse per la pittura di Stradone.

Nel 1967 partecipa alla mostra curata da Ragghianti a Firenze dal titolo: “Arte moderna in Italia dal 1915 al 1935” e nel 1968 è presente alla  mostra “Mafai, Scipione, Stradone” alla Galleria Senior Di Roma.

Nel 1978 dopo un periodo di silenzio, è presente in due personali allestite contemporaneamente alle Gallerie La Barcaccia e Russo di Roma; nella prima vengono esposte 37 opere che coprono un arco di tempo che vanno dal ’48 al ’73, nella seconda sei grandi tele inedite presentano l’opera più recente.

Nel 1981 improvvisamente muore.