GINO SEVERINI

Cortona, 7 aprile 1883 – Parigi, 26 febbraio 1966

 

Gino Severini nacque a Cortona, in Toscana, il 7 aprile 1883. Fin da giovane mostrò un vivo interesse per l’arte, tanto che si trasferì a Roma nel 1899 per studiare e approfondire la pittura. In quegli anni fondamentali conobbe due figure chiave del Futurismo italiano: Umberto Boccioni e Giacomo Balla. Con loro imparò la tecnica divisionista, che avrebbe influenzato le sue prime opere.

Nel 1906 si stabilì a Parigi, dove fu immerso nel cuore delle avanguardie artistiche europee. Lì entrò in contatto con artisti come Picasso, Braque e Modigliani, e cominciò a frequentare ambienti vivaci e stimolanti, come quelli attorno al poeta Guillaume Apollinaire. Fu in questo contesto che maturò il suo stile e la sua visione artistica, e nel 1910, insieme a Balla, Boccioni e altri, firmò il Manifesto della pittura futurista, diventando uno dei protagonisti di quel movimento rivoluzionario che voleva esprimere la velocità, la modernità e il dinamismo della vita contemporanea.

Le sue opere futuriste, come l’iconico Dynamic Hieroglyphic of the Bal Tabarin, realizzato nel 1912, univano la frammentazione del cubismo alla vitalità delle notti parigine e al movimento frenetico della danza. Tuttavia, Severini fu un artista in costante evoluzione. Durante la Prima guerra mondiale iniziò a distaccarsi dal Futurismo, avvicinandosi a un linguaggio più vicino al cubismo sintetico e successivamente a una pittura ispirata all’arte classica. Nel 1921 pubblicò anche un saggio, Du cubisme au classicisme, in cui rifletteva sul suo percorso artistico e sulle nuove esigenze spirituali dell’arte.

Negli anni Venti e Trenta Severini si dedicò anche alla decorazione murale, alla realizzazione di mosaici e affreschi, lavorando in chiese e spazi pubblici in Italia, in Francia e in Svizzera. Per questo, fu spesso considerato il padre del mosaico moderno. Dopo la Seconda guerra mondiale, tornò su alcuni dei suoi temi preferiti, come la danza, rielaborandoli in chiave più astratta e decorativa. Insegnò mosaico a Parigi e mantenne fino alla fine un ruolo attivo nel mondo dell’arte.

Gino Severini morì a Parigi il 26 febbraio 1966. Come da sua volontà, i suoi resti furono riportati nella sua città natale, Cortona. La sua opera, attraversando divisionismo, futurismo, cubismo, classicismo e astrazione, rappresenta un vero e proprio viaggio attraverso le principali correnti artistiche del Novecento.