Gianni Dessì

Roma, 1955

Gianni Dessì nasce a Roma nel 1955 e qui opera per la grande maggioranza della sua vtia.
Ha la sua prima formazione presso l’Accademia di belle arti dove si diploma in scenografia con Toti Scialoja.
A metà degli anni Settanta l’artista collabora con il teatro d’avanguardia, e questo contribuisce ad allargare il suo spazio e il suo approccio all’arte. Difatti, Dessì è tutt’oggi un grande sperimentatore della materia: la sua opera è da sempre caratterizzata dalla forte eterogeneità dei materiali usati che si inseriscono nella tela e intersecano la pittura, portando verso nuovi registri percettivi e rompendo la frontalità del quadro.

Le sue prime mostre personali risalgono agli anni Ottanta dove espone alla Galleria Ugo Ferranti di Roma e alla Galleria Yvon Lambert di Parigi, mentre nel 1981 con Bruno Ceccobelli e Giuseppe Gallo partecipa ad alcune importanti collettive all’estero.

Dessì è tra i più importanti protagonisti  della Nuova Scuola Romana, raccolta attorno all’ex Pastificio Cerere, centro vitale della cultura artistica negli anni Ottanta, e nel 1984 partecipa alla mostra Ateliers curata da Achille Bonito Oliva. Seguono svariate mostre dell’artista in Italia e nel mondo, partecipa alla Biennale di Venezia (1984, 1986 e 1993) e alla Quadriennale di Roma (1986, 1996).

Nel 2003 presenta per la prima volta alla Galleria dell’Oca alcune sculture, che inaugurano il serrato dialogo tra pittura e scultura approfondito nella personale che gli ha dedicato il Macro di Roma nel 2006. Nel 2009 è al Mart di Rovereto.

Nelle sue opere si ritrova una grande sobrietà cromatica data da diversi interventi sulla tela, come lacerazioni, incisioni, sovrapposizioni di piani, inserzioni di materie diverse. Ha mantenuto continui contatti con il mondo del teatro realizzando le scenografie per il Parsifal di Richard Wagner, messo in scena con la regia di Peter Stein e la direzione musicale di Claudio Abbado al Festival di Salisburgo e nel 2008/2010 ha realizzato le scene de Il castello del duca Barbablù, opera di Béla Bartók, rappresentato al Teatro alla Scala di Milano ed al Het Muziektheater di Amsterdam.