Enrico Castellani

Castelmassa, 4 agosto 1930 – Celleno, 1 dicembre 2017

Dopo aver studiato a Novara e a Milano, nel 1952 Castellani si sposta a Bruxelles dove intraprende lo studio della pittura e scultura all’Accademie Royale des Beaux Arts.

Si laurea nel 1956 in architettura all’Ecole Nationale Supèrieure de la Cambre.

Dopo prime esperienze di carattere informale, ispirate all’action painting americana e soprattutto da Mark Tobey, torna a Milano dove nel 1959 fonda con Piero Manzoni la rivista e l’omonima Galleria Azimuth.

In questa fase artistica Castellani realizza i lavori monocromi: olii e tempere su tela, olii e fili su tela, tempere e fili su tela piegata e imbottita dal retro. Negli stessi anni partecipa ai gruppi “Zero” e “Nul”.

Nel 1959 realizza l’opera “Superficie nera”, il primo quadro ottenuto con introflessioni ed estroflessioni del tessuto mediante un sistema di spinte esercitate sulla tela da chiodi fissati ad un particolare telaio preparato dall’artista.

Con la prematura morte di Piero Manzoni nel 1963 termina anche l’impegno pubblico di Castellani che decide di ritirarsi a vita più solitaria.

In pochi anni Castellani esaurisce l’esperienza informale, dal 1958 al 1959, in seguito sceglie di sondare le potenzialità della superficie della tela in massima tensione ed inventa un metodo tecnico e poetico che sarà la sua cifra costante e rigorosa.

Dal 1963 al 1970 la poetica della superficie cede il passo all’oggetto e la sua attenzione si pone allo studio delle articolazioni formali della superficie: tele sagomate, angolari, dittici e trittici.

Nel 1966 si aggiudica il premio Gollin alla Biennale di Venezia e la sua ricerca artistica cambia direzione per orientarsi al coinvolgimento dello spazio.

Negli anni ’80 e ’90 il suo lavoro continua a svilupparsi nell’ambito dell’estroflessione definendo ciò che la critica ha chiamato “ripetizione differente”.

L’artista espone in tutto il mondo, le sue opere nel mercato dell’arte, sono fra le più ricercate e costose fra quelle del novecento italiano, con quotazioni che hanno raggiunto il milione di dollari e sono regolarmente scambiate nelle aste più prestigiose quali le famose “Italian Sales” di Londra.