Pietro Consagra

Mazara del Vallo, 6 ottobre 1920 – Milano, 16 luglio 2005

Compiuti i primi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, nel 44 si trasferisce a Roma, dove entra in contatto con i gruppi d’avanguardia.

Nel 1946, dopo la sua prima collettiva alla Galleria del Cortile di Roma, compie il primo viaggio a Parigi.

Tra i fondatori, nel 1947, del gruppo Forma e della rivista Forma I, afferma, in linea con le ricerche avanzate europee e contro i postulati del realismo, i valori di un linguaggio espressivo astratto.

Sempre nel 1947 collabora ad organizzare la prima mostra d’arte astratta, all’Art Club di Roma, e tiene la sua prima personale alla Galleria Mola.

Le opere di quegli anni sono caratterizzate da un rigorismo astratto-geometrico, la cui origine è da ricercarsi nella lezione di scomposizione cubista, accompagnata da una padronanza tecnica che gli permette di lavorare la pietra, il metallo, il legno.

Espone diverse volte alla Biennale di Venezia, dove riceve il gran premio per la scultura nel 60. 

Consagra è anche critico militante e scrittore: nel 52 pubblica Necessità della scultura, collabora a Civiltà delle macchine e scrive numerosi articoli.

Il primo libro, L’agguato, esce nel 61; gli fa seguito La città frontale nel 69; il trattato polemico La necessità della scultura rappresenta una confutazione di quanto espresso da Arturo Martini nella Scultura lingua morta.

E’ stato attivo anche sul fronte dei multipli e della grafica dove ha pubblicato varie cartelle d’incisioni.