Alberto Sughi

Cesena, 5 ottobre 1928 – Bologna, 31 marzo 2012

Alberto Sughi, pittore appartenente alla corrente Realista, nasce a Cesena il 5 ottobre 1928 ed esordisce come pittore all’inizio degli anni ’50.

Sin dai primi anni i dipinti di Sughi risentono del dibattito tra astrattismo e figurativismo e, pur ritraendo vari aspetti della vita metropolitana, non si lascia catturare dalla accesa vita politica, preferendo mettere in scena momenti di vita quotidiana senza eroi in una forma figurativa che lo storico e critico d’arte Enrico Crispolti definisce “realismo esistenziale”.

Il cammino artistico di Alberto Sughi procede, in modo costante, per cicli tematici, che hanno il sapore della sequenza cinematografica.

Nella sua lunga vita artistica, il Maestro Sughi, che ha cominciato a disegnare e dipingere a quindici anni, ha partecipato a tutte le più importanti rassegne d’arte contemporanea, dalla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, alla Quadriennale di Roma ed alle più importanti mostre che hanno portato all’estero le vicende dell’arte italiana dagli anni Settanta ad oggi.

Musei italiani e stranieri gli hanno dedicato ampie rassegne antologiche; tra esse spiccano la Galleria d’Arte Moderna di Bologna (1977), la Galleria del Maneggio di Mosca (1978), il Museo di Castel Sant’Angelo di Roma, il Museo delle Belle Arti di Budapest, la Galleria Nazionale di Praga (1986), la Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara (1988), la Casa Masaccio a San Giovanni Valdarno (1990), il Museo d’Arte Assis Chateaubriand a San Paolo del Brasile (1994) e il Museo Civico di San Sepolcro (2003).

Agli inizi del 2006 una grande rassegna antologica di Sughi si è tenuta al Palazzo della Pilotta di Parma.

Nel 2007 due maggiori mostre antologiche di Sughi sono state presentate alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, curata da Vittorio Sgarbi, e al Complesso Vittoriano a Roma, curata da Arturo Carlo Quintavalle.

Nel 2009 il lavoro di Alberto Sughi è stato presentato a Palermo al Palazzo Sant’Elia in una nuova grande retrospettiva curata da Maurizio Calvesi.